Circuito Farnesiano
L’itinerario parte da Caprarola, luogo con il lascito più imponente da parte della famiglia Farnese, il Palazzo Farnese, e prevede la visita dei paesi della Tuscia più influenzati dalla grande famiglia rinascimentale, per concludersi in quella che fu la seconda capitale del Ducato di Castro, Ronciglione.
La storia che si intreccia con l’esistenza della famiglia Farnese è lunga e si dipana in più di 100 anni, anni in cui, a vari livelli, hanno influenzato la politica e la vita di questi luoghi.
Caprarola | Categoria | : Itinerari |
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Località | : Caprarola (VT) |
Durata | : 3 ore
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Tipo | : Libero |
Tag | : Escursione |
Caprarola
Ci troviamo nel borgo che più di tutti è stato influenzato dalle decisioni della famiglia Farnese dal punto di vista architettonico: infatti fu per decisione del Cardinale Alessandro Farnese, che in seguito divenne Papa Paolo III, che a Caprarola si iniziò, nel 1530, la costruzione di una grande fortezza con pianta pentagonale, che si ergeva sul colle principale dell’abitato.
In seguito all’elezione a pontefice, Alessandro dovette interrompere i lavori nel 1534, in origine affidati ad Antonio da Sangallo il Vecchio, che ripresero solo nel 1559 da suo nipote Alessandro Farnese il Giovane, anch’egli Cardinale.
I lavori questa volta furono affidati al genio di Jacopo Barozzi, detto il Vignola, che modificò profondamente il progetto, rendendo la fortezza un palazzo signorile, utilizzato dal Cardinale come residenza estiva.
Il Vignola rivoluzionò completamente l’abitato per dare importanza e maestosità al palazzo: cambiò l’assetto urbanistico, abbattendo case e costruendo due ponti che congiungono i colli del paese, e creò una strada dritta (Via Filippo Nicolai, conosciuta anche come “Lo Deritto”) che permette la visione del maestoso palazzo fin dall’ingresso nel paese.
All’interno del Palazzo Farnese si trovano affreschi di grandissima importanza e scelte architettoniche che rispecchiano il genio del Vignola, come la famosa Scala Regia, più volte utilizzata come set cinematografico: una imponente scala a chiocciola che si poggia su ben trenta colonne doriche e con gradini ampi e bassi per permettere la salita a cavallo.
All’interno si trovano molte sale che celebrano la grandezza della famiglia Farnese, come la celebre Sala dei Fasti Farnesiani, quella del Concilio di Trento, oppure sale che raccontano leggende, come la Sala di Ercole, dove è rappresentata la storia di come il mitico Ercole creò il vicino Lago di Vico estraendo la sua clava dal terreno, o la Sala dell’Aurora, dove gli artisti seguirono le indicazioni degli studiosi del tempo come Annibale Caro e Onofrio Panvinio per riprodurre le costellazioni.
Una sala importante dal punto di vista culturale è quella del Mappamondo, dove si può ammirare la storiografia del tempo con tutte le terre conosciute.
Le scelte architettoniche del Vignola sono evidenti anche all’interno: per dare profondità alle stanze sono state dipinte delle colonne, vi sono scene in cui i personaggi che interagiscono direttamente con il visitatore, e c’è una magnifica stanza, la Sala degli Angeli, dove sono presenti sorprendenti effetti sonori ed acustici.
Nel Palazzo Farnese lavorano alcuni dei più importanti artisti del tempo, per citarne alcuni: i fratelli Zuccari, il Bertoja, Antonio Tempesta, Raffaellino da Reggio, Giovanni de Vecchi e Bartolomeo Spranger.
Non si possono non citare i giardini all’italiana del Palazzo: un parco che si apre sull’esterno adornato secondo i canoni del tempo con architetture precise e regolari, con fontane e giochi d’acqua, e che culminano con la Casina del Piacere, costruita subito dopo il Palazzo, la quale nel 1950 divenne residenza estiva del Presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi.
Caprarola non è solo il Palazzo Farnese, ma un borgo da visitare in ogni suo aspetto, con numerosi vicoli che si intrecciano tra loro, piazze nascoste e chiese di importante valore culturale come la Chiesa di Santa Teresa, poco distante da Palazzo Farnese, la Chiesa della Madonna della Consolazione, un piccolo gioiello nascosto all’interno del paese.
I numerosi ristoranti poi, sapranno valorizzare i sapori di questa terra, dove è presente la principale produzione di nocciole della Tuscia.

Da Caprarola a Carbognano
Prendendo la SP35, in 8 minuti si può arrivare a Carbognano, che merita di essere visitato soprattutto per il Castello di Giulia Farnese, fatto costruire da suo marito Orsino Orsini adattando una fortezza preesistente alle proprie esigenze. Il Castello attualmente è di proprietà privata quindi visitabile solo all’esterno.
La storia di Giulia la Bella è soprattutto legata alla famiglia Borgia: fu concubina di Rodrigo, che divenne Papa Alessandro VI nel 1492, e dal quale si allontanerà nel 1493, fuggendo da Roma prima dell’invasione di Carlo VIII, rifugiandosi proprio nel Castello di Carbognano.
Dal 1503 il Castello fu amministrato sapientemente da Giulia, ormai vedova, che iniziò anche diverse migliorie urbanistiche ed architettoniche. Si deve a lei anche la costruzione della chiesa di Santa Maria della Concezione, dove all’interno adesso è presente un centro culturale con importanti affreschi degli Zuccari e del Pastura.
Questo tipo di costruzione era molto in voga nei primi del 1500: in parte residenza ed in parte fortezza, presenta una serie di merli dritti, i quali denotano l’appartenenza alla parte guelfa della famiglia Farnese, da sempre favorevole alla corte papale.
Da Carbognano a Vallerano
Uscendo da Carbognano, sempre prendendo la SP65 per circa 8km si arriva a Vallerano.
La prima opera che si incontra è la Chiesa della Madonna del Ruscello. Anche in questo caso la famiglia Farnese influì sulla costruzione, fornendo i migliori architetti a disposizione della loro corte.
Tradizionalmente la costruzione è attribuita ad un progetto del Vignola, e voleva solennizzare il miracolo della fuoriuscita di sangue dalla bocca dell’immagine della Vergine che ornava una piccola edicola posta nel vicino ruscello, nei pressi del centro abitato.
La chiesa è di stile tardo barocco, nella quale risuona l’affacciarsi dello stile rinascimentale, snello, armonioso e rivoluzionario tipico della concezione del Vignola.
Da Vallerano a Vignanello
Vallerano e Vignanello sono due paesi adiacenti, collegati dalla SP25 che attraversa Vallerano e conduce a direttamente a Vignanello, questo permette di affrontare il percorso tranquillamente a piedi, in poco più di 20 minuti.
A Vignanello si trova l’imponente Castello Ruspoli, che con il suo Giardino è considerata una delle attrazioni principali del viterbese. Qui i Farnese ebbero influenza con Beatrice, che ebbe il feudo in concessione da Papa Clemente VI.
La figlia di Beatrice, Ottavia, sposò Sforza Marescotti, famiglia che nel secolo successivo si fuse con la famosa dinastia Ruspoli.
Il castello nacque come rocca, edificata dai monaci benedettini che governarono su Vignanello tra il IX e l’XI secolo. I Farnese ed i Marescotti contribuirono a darle la sua attuale forma a partire dal 1531.
Da Vignanello a Canepina
Percorrendo la SP25, dopo essere tornati verso Vallerano, si può raggiungere in circa 10 minuti Canepina: un borgo medievale con scorci incantevoli dove i Farnese edificarono l’omonimo palazzo, attualmente sede degli uffici comunali.
A Canepina sono degne di nota due chiese: quella di San Michele Arcangelo, detta della Madonna del Carmine, e la Chiesa di Santa Maria Assunta.
La prima possiede numerosi affreschi e stucchi con decorazioni cinquecentesche, tra questi sono di particolare importanza “L’incredulità di Tommaso”, ed un imponente affresco restaurato dal Balletta nel XV secolo raffigurante la crocifissione.
La seconda a tre navate, e ricostruita nel 1500 secondo i canoni del periodo, oltre ad avere una facciata in perfetto stile rinascimentale, che non può non essere notata, custodisce una patena ed un calice d’argento quattrocentesche, opere di un artigiano orafo viterbese mai documentato.
Canepina inoltre ha un’importante tradizione culinaria: il tipico fieno, una pasta all’uovo tagliata finissima e condita solitamente con ragù di carne, ed inoltre le castagne, di cui il borgo è il maggior produttore nella Tuscia.
Da Canepina a Soriano nel Cimino
Lasciando Canepina, percorrendo verso nord la SP25 e poi la SP32, si arriva in circa 15 minuti, a Soriano nel Cimino, che si lega ai Farnese non tanto per la loro presenza nel territorio, ma dal punto di vista artistico: nel paese infatti è presente la maestosa Fontana di Papacqua edificata in pieno stile manieristico, lo stesso del Palazzo Farnese di Caprarola, e progettata dall’architetto Ottaviano Schiriatti per il Cardinale Cristoforo Madruzzo, che chiese anche parere al Cardinale Farnese per alcune opere da erigere, tra cui la fontana.
I lavori vengono fatti risalire a dopo il 1561, e dai documenti si apprende che il Cardinale fece un’opera di finanziamento per la restaurazione di un maniero già esistente, oltre che per il resto del borgo. La fontana di Papacqua fu scavata direttamente nella roccia per condurre una fonte già esistente che scorreva libera.
Il complesso di Papacqua, che con il tempo fu acquisito dalla famiglia Albani (infatti oggi è conosciuto come Palazzo Chigi-Albani) è formato da due edifici addossati, preceduti da una terrazza atrio, e presenta un giardino di rara bellezza.
Da Soriano nel Cimino a Ronciglione
Il nostro itinerario si conclude con la città più importante dal punto di vista amministrativo della dinastia Farnese nella bassa Tuscia: Ronciglione. Si raggiunge facilmente da Soriano nel Cimino prendendo la SP32 nel senso contrario alla tappa precedente e seguendo le indicazioni lungo la SP63, in circa 25 minuti.
Lungo la strada potrete ammirare i boschi che caratterizzano i Cimini, i monti che fanno da cornice a questi luoghi, e potrete anche scorgere sulla destra il Lago di Vico.
Ronciglione fu la seconda capitale del Ducato di Castro e Ronciglione, i Farnese la utilizzarono come centro nevralgico del loro dominio, e portarono numerose ricchezze in questo borgo.
Edificarono una importante zona industriale, sfruttando le acque del lago lungo il Rio Vicano, un canale sotterraneo già utilizzato dagli etruschi, e perfezionato durante il periodo farnesiano con delle chiuse tutt’ora esistenti.
L’acqua così gestita permise la costruzione di opifici, cartiere e ferriere che oggi possono essere visitate .
Nel centro storico di Ronciglione si può ammirare la Fontana dei Liocorni, attribuita erroneamente al Vignola, commissionata dal Cardinale Alessandro Farnese all’architetto Antonio Gentili da Faenza. Questa presenta tre unicorni, comunemente chiamati cavalli marini, nome con il quale viene anche indicata la fontana.
Nel 1622 fu edificata Porta Romana, per volontà del duca Odoardo Farnese, che definiva il limite sud dell’abitato.
Seguendo i deliziosi vicoli del centro storico si può arrivare anche alla Rocca, chiamata “I Torrioni”, che i Farnese ebbero in possesso fino al 1649.